Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge si prefigge di introdurre un comma specifico all'articolo 639 del codice penale, con particolare riferimento alla deturpazione e all'imbrattamento di luoghi pubblici tramite scritte o altri segni inneggianti al fascismo, al nazismo e all'antisemitismo. Sono tanti, infatti, gli episodi che la cronaca quotidiana registra su questo versante. Da ultimo, tra il 10 e l'11 luglio scorso, gli avvenimenti seguiti alla notte di festeggiamenti in occasione della vittoria della nazionale italiana ai Campionati mondiali di calcio di Germania 2006: gli abitanti del «ghetto» di Roma si sono svegliati con le facciate dei propri palazzi imbrattate da svastiche, croci celtiche e altri intollerabili e incivili simboli, tra cui, appunto, quelli inneggianti al nazismo e al fascismo.
Questi episodi, che stanno purtroppo divenendo sempre più frequenti, devono indurre tutti noi a un'attenta riflessione. È vero che, quando succedono azioni del genere, il più delle volte siamo in presenza di una sparuta minoranza di «teppisti» o di «imbecilli», come la stampa li ha definiti, ma è anche vero che tali frequenti manifestazioni di odio razziale e antisemita, che si manifestano soprattutto in occasione di eventi sportivi, ma non solo, devono indurre a un'analisi e a una riflessione più approfondite, anche dal punto di vista legislativo, per meglio contrastare tali fenomeni.
In una recente intervista al quotidiano «La Repubblica» il 12 luglio scorso, proprio a seguito dei fatti suddetti, il prefetto di Roma, Achille Serra, ha evidenziato l'impossibilità da parte della giustizia di perseguire con efficacia gli autori di tali reati. Non esiste, infatti, un reato specifico che punisca in particolare chi imbratta i muri con scritte di tipo